venerdì 23 gennaio 2009

quando la confusione regna sovrana

manca ancora un pò all'ennesimo Festival di Sanremo e già partono le polemiche.
A scatenarle la canzone che un tale Povia (avessi detto Rod Stewart!) ha deciso di presentare alla kermesse (quasi) canora.
Il titolo è tutto un programma: Luca era gay.
Sul sito Rebubblica.it si può trovare un illuminante articolo scritto da chi la canzone l'ha ascoltata in anteprima. In pratica il messaggio sembra essere più o meno questo: se i genitori non ti vogliono abbastanza bene e non ti curano c'è il rischio che diventi gay.
Nella canzone il protagonista (appunto Luca), causa la mancanza della figura paterna, vive da gay con un uomo adulto finchè non incontra una ragazza e "guarisce" nel vero senso della parola, come dice lo stesso Povia di se stesso.
Il tema affrontato nella canzone, di fondo, non è sbagliato; delle tendenze omosessuali possono manifestarsi in soggetti che hanno subito traumi infantili di tipo sessuale, ma ciò non vuol dire che questi soggetti siano gay. Se una persona è omosessuale davvero lo è e basta, non è una malattia come Povia vorrebbe descriverla.
Coloro che dicono di essere stati gay, in realtà non lo sono mai stati; se una persona dice di essere gay, va dallo psichiatra e si scopre eterosessuale, vuol dire che non è gay.
Povia non parla di un gay. Luca non era gay, non lo è mai stato.
Luca era confuso. Come Povia. E come tutti coloro che sostengono di essere stati guariti dall'omosessualità.

PS: una divertente parodia romana della più famosa canzone di Povia (chi??).



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